Milo M.
Imbattersi in Vicenza - splendido gioiello veneto - vuol dire soprattutto Andrea Palladio. Ogni angolo, ogni ogni elemento architettonico di questa splendida cittadina porta sue tracce indelebili, plasmate dal genio artistico tardo rinascimentale quale è stato.|L'apoteosi potrebbe racchiudersi nel progetto e realizzazione del teatro Olimpico, ma sarebbe riduttivo limitare lo sguardo solo ad esso se si considerano gli innumerevoli capolavori in linea con il modello antico "classicizzante" secondo lo stile scelto e prediletto che ci ha lasciato, seppur con slanci creativi "moderni", tanto da influenzare artisti ma soprattutto le epoche a venire sino ai giorni nostri. (La Casa Bianca ne è un esempio).|È paradossale pensare che, proprio per il teatro Olimpico il Palladio abbia dedicato 40 anni di intensi studi, disegni, rilievi, rielaborazioni, modifiche, e dopo solo sei mesi dalla esecuzione dei lavori, a causa dell'improvviso decesso, non sia riuscito a realizzare il sogno, tanto bramato, di contemplare la sua opera magna.|Va detto che furono gli Accademici Olimpici (un gruppo nobiliare di privati e cui uno dei soci fondatori era proprio il Palladio) a patrocinare l'opera, nata per finalità letterarie, scientifiche e culturali.|Oggi passata di mano all'amministrazione comunale.||Esperti nel settore sapranno dare spiegazioni tecniche più accurate, esaustive ed assai superiori a quelle che posso fornire, mi limito solo a sommari cenni. Di certo, il Palladio, per mantenere fede all'antica classicità studiò a fondo i teatri romani in particolare il Marcello in Roma, (fronte Campidoglio e che pare passi inosservato inspiegabilmente dal popolo romano) o quello di Verona, (quarto per importanza e proporzioni presente in Italia) cosicché, pur dovendo lavorare su una base che altro non era che un' antica prigione comunale (dagli spazi contenuti) non ha accantonato i 3 principi fondamentali vetruviani (firmitas=solidità, utilitas=praticità, venustas=bellezza; cfr, De architectura,libro III) e, nel caso specifico, i 4 triangoli equilateri inscritti in una circonferenza e, nonostante ciò è riusciuto ad introdurre nel progetto del teatro vicentino la forma semiellittica rispetto a quella circolare che interessava la zona cavea (pubblico).|Un'autentica innovazione.||In effetti, quale prima realizzazione di un teatro stabile coperto, sono molti gli elementi originali che si discostano dalle altre strutture similari e che impressionano alla vista: |Proprio per la forma che il Palladio ha inteso conferire alla struttura, essa si mostra un unicum dove le differenti zone sembrano perdere in distinzione e rilevanza; lo spettatore è necessariamente coinvolto, calato, parte integrante del tutto; impressionano i dettagli dalle numerose nicchie, dove predominano le statue in stucco degli Accademici (41 in tutto), all'esedra colonnata, dal gioco prospettico della porta principale (ben superiore ai 12 mt. effettivi) che domina il contesto alle due laterali, dalle illusioni spaziali di un cielo crepuscolare creato ad arte attraverso un mirabile affresco del Tiepolo.|In generale, un gran contrasto tra elementi scenografici e architettonici dove questi ultimi paiono prevalere.|Sito altamente raccomandato.|5/5||Quanto al resto, stonano non poco servizi e gestione. Personale eccessivamente vigile e non sempre dai modi garbati con la clientela, quasi mettesse una barriera con i visitatori o si mostrasse di quel professionale che facilmente sconfina nel distaccato. |Costo del biglietto non giustificato (11,00), maggiorato di un buon 40%. La visita è singola, non guidata e non è cumulativa con altri siti.|Nel complesso gestione non all'altezza del sito.|La valutazione ne risente.|2/5